Arriva MIA, il sussidio che sostituisce il Reddito di cittadinanza

Si chiama MIA, Misura di Inclusione Attiva, ed è lo strumento che a partire dal 1° settembre 2023 prenderà il posto del Reddito di Cittadinanza.

Il Corriere della Sera offre alcune anticipazioni in merito alla bozza della riforma, comunicando che per circa 400mila percettori occupabili, da quando termineranno i sette mesi di fruizione del reddito, l’assegno Mia passerà a 375 euro e potrà avere la durata di dodici mesi, invece di diciotto.

Trascorso un anno, sarà necessario che vengano accordati altri sei mesi mentre un’eventuale domanda di rinnovo potrà essere presentate non prima di un anno e mezzo.

Per coloro che invece non possono lavorare, MIA prevede un sussidio di 500 euro per la durata iniziale di 18 mesi (arco di tempo che dovrebbe poi ridursi a un anno). Per chiedere di nuovo il sussidio sarà necessario fare uno stop di un mese.

A chi spetta MIA, il nuovo Reddito di Cittadinanza

Possono ottenere il sussidio MIA i cittadini italiani o dell’Ue (o familiari) con diritto di soggiorno permanente o cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Al momento della presentazione della domanda, bisognerà essere residenti in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

L’Isee non dovrà essere superiore a 7.200 euro mentre il valore del reddito familiare dovrà essere inferiore ad una soglia di 6.000 euro annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. (Fanno parte del reddito familiare anche le pensioni dirette e indirette).

Esente dal pagamento dell’Irpef, lo strumento MIA rappresenta un sussidio di sostentamento che non potrà essere inferiore a 480 euro annui, destinato a persone comprese nell’elenco dei poveri.

Nel caso in cui, in corso dell’erogazione della MIA, venga intrapresa un’attività lavorativa da parte di uno o più componenti del nucleo familiare, il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico, entro il limite massimo di tremila euro lordi annui.

Se non impegnati in un percorso di studi, al compimento dei 16 anni tutti i componenti del nucleo familiare sono tenuti all’obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro nel nuovo sussidio contro la povertà. Sono esclusi da tale obbligo i beneficiari della Mia over 60, i componenti con disabilità o i componenti con figli minori di tre anni di età o disabili affetti da gravi patologie.

La Mia dovrà essere richiesta all’Inps attraverso modalità telematiche su una piattaforma nazionale curata dal ministero del Lavoro.

GLI SGRAVI PER LE AZIENDE

La bozza di riforma del Reddito di Cittadinanza riporta che le aziende private che assumeranno i beneficiari della MIA con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato saranno esonerate dal versamento del cento per cento dei contributi previdenziali per un periodo massimo di 24 mesi. Il limite massimo dello sgravio sarà di ottomila euro l’anno, esclusi i contributi Inail. Nel caso di licenziamento del beneficiario della MIA effettuato nei trentasei mesi successivi all’assunzione, il datore di lavoro dovrà restituire l’incentivo ricevuto.

Infine, per i contratti a termine o stagionali è previsto l’esonero della metà dei contributi previdenziali per la durata massima di un anno, con il limite massimo di un importo pari a 4.000 euro su base annua.

Nelle prossime settimane la ministra del Lavoro Elvira Calderone porterà in Consiglio dei ministri il decreto legge sul nuovo sussidio contro la povertà.

Il nuovo Reddito di Cittadinanza – che dunque sarà assegnato con maggiore selettività, ammonterà a una cifra meno cospicua, seguirà un percorso di decalage e sarà soggetto a controlli più rigidi – dovrebbe diventare MIA a partire dal 1° settembre 2023.

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