Vino biologico, le potenzialità di un prodotto naturale
In Italia ci sono ancora piccoli paradisi enoici incontaminati in cui al vino biologico viene concesso il tempo naturale per maturare.
Esistono ancora vigneti protetti che l’uomo governa con costanza e amore, percorrendo i filari, sorvegliando e vigilando sul buon crescere delle piante. Luoghi in cui la diraspatura delle uve viene fatta a mano e in cui le fasi lunari hanno ancora un peso.
Anche in cantina, poi, l’approccio resta quello naturale e si interviene il meno possibile sulla trasformazione delle uve, utilizzando tecniche pulite ed essenziali.
Sono questi i luoghi in cui prende vita il vino biologico realizzato con metodi naturali e biodinamici.
Le bucce spesse e croccanti dei grappoli d’uva sono capaci di donare profumi intensi e marcati ai vini che non conoscono additivi mentre le radici veicolano dal terreno elementi e nutrienti che intensificano i sentori della terra.
L’uomo ha la facoltà di dirigere, senza spezzare, il delicato equilibro che lo lega alla terra, di conservare l’integrità dell’ecosistema e la sua straordinaria forza vitale, affinché queste potenzialità scorrano all’interno di una bottiglia di vino biologico. È necessaria, ovviamente, una certificazione che testimoni e garantisca che il lavoro del viticoltore biologico o biodinamico venga svolto con l’obiettivo di creare un rapporto di collaborazione con gli organismi viventi presenti in vigneto e di gestire il complesso equilibrio delle energie vitali di piante e microrganismi, al fine di ottenere le migliori uve nel rispetto dell’ambiente.
Molte delle proprietà salutistiche legate ad un buon calice di vino biologico passano per la salute del grappolo, del frutto e della sua buccia, dove è alta la presenza di antiossidanti e di polifenoli, in particolare del resveratrolo, elemento che contribuisce a combattere l’invecchiamento cutaneo, stimolando la longevità delle cellule.
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