Affitti brevi: tutto quello che c’è da sapere

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un video tutorial su youtube per spiegare tutti i dettagli su come funzionano i contratti per gli affitti brevi, ovvero su i contratti di locazione di durata inferiore a trenta giorni.

Step by step, la guida on-line spiega come devono comportarsi i proprietari che utilizzano i portali o passano attraverso le agenzie immobiliari e quali sono invece gli obblighi degli intermediari.

La responsabilità sul pagamento delle tasse è affidata infatti agli intermediari immobiliari, cioè a portali come Airbnb o Booking o alle agenzie immobiliari, nel caso in cui intervengano nel pagamento o incassino i corrispettivi.

In questo caso, infatti, hanno l’obbligo di applicare una ritenuta del 21% sul canone e di trasmettere all’Agenzia delle Entrate gli estremi del contratto, anche se questo non va registrato.

Se invece si continua ad affittare senza usufruire di un intermediario, la responsabilità del pagamento delle tasse sarà esclusivamente del proprietario di casa che verserà le tasse o attraverso la cedolare secca o in base alla propria aliquota.

QUALI SONO I CONTRATTI SU CUI SI APPLICA LA TASSA AIRBNB

I contratti di affitto brevi sono quelli che non hanno una durata superiore a trenta giorni, stipulati da persone fisiche al di fuori dell’attività d’impresa, direttamente o tramite intermediari, anche online, inclusi quelli che prevedono la fornitura di biancheria e la pulizia dei locali.

Secondo quanto previsto dalla legge, ai redditi che derivano da questi contratti, stipulati dal primo giugno 2017, si applicano in via opzionale le disposizioni relative al regime della cedolare secca con l’aliquota del 21%, sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali sui redditi derivanti dalla locazione.

L’opzione può essere esercitata anche per i redditi derivanti da contratti di sub locazione o di concessione in godimento oneroso dell’immobile da parte del comodatario.

 

Tassa Airbnb

 

COSA COMUNICARE ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Gli intermediari devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi ai contratti conclusi per il loro tramite: nome, cognome e codice fiscale del locatore, la durata del contratto, l’importo del corrispettivo lordo e l’indirizzo dell’immobile. Per i contratti relativi allo stesso immobile e stipulati dallo stesso locatore, la comunicazione dei dati può essere effettuata anche in forma aggregata.

La trasmissione dei dati deve avvenire attraverso i canali telematici dell’Agenzia, entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di conclusione del contratto.

Tassa Airbnb

 

AFFITTI BREVI – ENTRO QUANDO VERSARE LA TASSA AIRBNB

La tassa va versata entro il 16 del mese successivo a quello in cui è effettuata, viene operata a titolo di imposta in caso di opzione per la cedolare secca, o a titolo di acconto se il beneficiario non sceglie, in sede di dichiarazione dei redditi, di applicare il regime della cedolare.

Gli intermediari devono inoltre certificare e dichiarare le ritenute effettuate.

Si paga con il modello F24 attraverso le banche o all’Agenzia delle Entrate. Il codice tributo è 1919.

 

Tassa Airbnb

AFFITTI BREVI – SANZIONI PREVISTE PER GLI INADEMPIENTI

La multa per aver omesso di operare la ritenuta corrisponde al 20% dell’importo più gli interessi legali. Se poi, come si verifica il più delle volte, oltre a non aver operato la ritenuta, non la si è neanche versata, la sanzione schizza al 30%.

Altro adempimento dell’intermediario è la comunicazione telematica alle Entrate, entro il 30 giugno 2018, dei dati di ogni contratto stipulato a partire dal 1° giugno 2017.

Le copie dei contratti vanno conservate per 5 anni. L’intermediario deve anche trattenere e pagare l’imposta o il contributo di soggiorno al Comune.

Il proprietario di casa non ha alcun dovere rispetto alla ritenuta, se l’intermediario non l’ha versata non lo riguarda e non ci sono sanzioni previste per il locatore.

 

 

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